Tai Chi Chuan


Origini e descrizione del Tai chi chuan 

Tai Chi Chuan significa letteralmente “Lotta del Grande Termine”o “Suprema Arte del Combattimento”. Tai Chi” sta per “Grande Termine” o “Suprema Unità”, mentre “Chuan” significa “lotta” e ci riporta alla mente le origini marziali di questa arte, caratterizzata dalla ricerca dell’armonia e dell’equilibrio di Yin e Yang in quel microcosmo che è l’essere umano. 

La storia del Tai chi chuan è lunga 3 millenni. Una disciplina con una storia talmente lunga veicola senz’altro messaggi radicati nella storia dell’uomo, ma, al contempo, è intuitivo che abbia subito modifiche durante la trasmissione.

Questo ha avuto ripercussioni sui rapporti tra le scuole allora e ne ha ancora oggi: l’adesione a una scuola piuttosto che a un’altra incide notevolmente su esecuzione e movenze assimilate dall’allievo e, se nella scuola non si abituano gli allievi al confronto, è facile cadere in errori di arroccamento e presunta esclusività.

La più antica citazione conosciuta di Chang San Feng, riconosciuto come leggendario fondatore, come artista marziale si trova nella biografia di un certo maestro di pugilato molto famoso a quei tempi, Chang Sung-ch’i, vissuto nel XVI secolo a Ning-po. Chang Sung-ch’i dichiarava di aver imparato il tai chi chuan da un alchimista di nome Chang San Feng che viveva come eremita in cima al Wu-tang.

Durante la dinastia T’ang (618-907 d.C.) pare esistessero 4 scuole distinte di arti marziali ed esrecizi con movimenti simili. Hsu Hsun-ping fu probabilmente il nome del maestro della prima scuola, dove venivano insegnati movimenti in 37 posizioni secondo uno stile ispirato all’I ching, secondo tecniche che per le braccia includevano gli Otto Trigrammi e per le gambe i Cinque Elementi.

Secondo alcuni, Chang San feng unì queste due scuole e creò il tai chi chuan. Un’altra teoria riconosce un villaggio della famiglia Chen nella provincia di Honan come la culla del tai chi chua; in questo villaggio arrivò Wang Tsung-yueh, girovago e studioso di arti marziali e dal confronto con le tecniche locali nacque la lotta dolce. Una quarta teoria nega l’esistenza dell’avventuriero marziale e attribuisce ai soli discendenti della famiglia Chen, durante la dinastia MIng, l’istituzione del tai chi chuan.

Tante teorie, testimonianze di incontri e scambi marziali, leggende che si confondono con i dati: il gesto e le tecniche sono passati attraverso tutto ciò, modificandosi.

Quel che è certo è che da 1949 i cinesi hanno promosso le arti marziali su larga scala e hanno fatto degli sforzi per unificare le genealogie di ciascuna arte. La genealogia presentata attualmente riconosce un certo Cheng Wang-t’ing, allievo di un allievo di Wang Tsung-yeuh come fondatore del tai chi chuan.

Dai movimenti inventati da Cheng Wang-t’ing, dopo alcune generazioni, due uomini trassero diverse tecniche: Chen Yu-pun creò uno stile nuovo, basato sul concetto di spirale da ritrovare nei movimenti; Chen Ch’ing-p’ing fondò uno stile più ento e compatto. Oltre allo stile di solo appannaggio della famiglia Chen, nacque lo stile Yang, grazie al Gran Maestro Yang Lu Chan (1799-1872).

In questa biforcazione ritroviamo una distinzione tuttora vigente; il principale stile trasmesso oggi è lo Yang, anche se negli ultimi anni si è diffuso lo stile Chen, insieme agli stili elaborati dalle organizzazioni di atletica cinese.

A partire dagli anni Settanta circa, l’arte del tai chi chuan si è diffusa in tutto il mondo. Oggi questa arte si insegna non solo nelle scuole, molte delle quali spesso millantano di possedere la “vera arte”, ma anche in circoli privati, palestre polifunzionali, centri benessere. Talvolta questi stessi enti si avvalgono di insegnanti cinesi provenienti da Stati Uniti, Taiwan, Cina, Singapore, Malesia.

A cosa serve il Tai chi chuan

Molti sono i positivi di una pratica costante. Tra questi ne elenchiamo alcuni: potenziamento del carattere, indagine sul sé, elasticità di tendini e muscoli, allungamento del respiro e potenziamento della capacità polmonare. Miglioramento dello stato generale della postura, lavoro sulla connessione articolare ed energetica interna.  

Il movimento su un solo punto consente di aprire i sensi all’espressione motoria originaria e lasciare che la forma fluisca.

Uno, recentissimo, pubblicato sulla rivista “American Journal of Health Promotion”, condotto da ricercatori dell’Arizona, conferma come la pratica del Tai Chi sia benefica per la salute dell’organismo e offra benefici psicologici migliorando la qualità della vita in generale. Lo studio sull’efficacia del Tai Chi in persone affette da artrite reumatoide ha evidenziato come la sua pratica presenti un significativo beneficio per i movimenti delle gambe e dell’anca. 

Neurologi e riabilitatori israeliani hanno sperimentato gli effetti del Tai Chi su persone colpite da ictus, registrando nei praticanti un netto miglioramento nel recupero delle funzioni generali e nelle relazioni sociali.